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venerdì, Marzo 29, 2024

Pietralata – Pizzeria di quartiere | recensione



Ci sono zone che più di altre a Roma vantano dei “locali di quartiere”, punti di riferimento per chi le abita, posti accoglienti – proprio familiari – dove andare a mangiare qualcosa al ritorno dal lavoro o nel weekend, in coppia, con gli amici, con la famiglia. Posticini che sanno di casa, che levano ogni dubbio quando non sai proprio dove andare a mangiare.


Tra questi quartieri spicca, senza dubbio Pietralata. Siamo nella zona est di Roma, dove si trova la riserva naturale Valle dell’Aniene. Al civico 146 di through di Pietralata, a spiccare è un’insegna inconfondibile: “Pietralata”. Non è l’indicazione che si è arrivati nel quartiere popolare romano, ma il nome di una pizzeria, la “Pizzeria di Quartiere”. Un luogo informale, frequentato da una clientela eterogenea, una certezza in zona che, RomaToday, è andata a provare per voi.


La pizzeria di quartiere


D’property è uno spazioso giardino advert accogliere chi arriva. Pavimentazione in legno, un grande ulivo al centro, tavoli grezzi, con sedie tutte various e, alzando la testa, fili di luminarie a regalare una suggestiva atmosfera. La pizzeria ha anche ampi spazi interni, sfruttati soprattutto nelle altre stagioni, con cucina e due forni a vista, arredati in stile industriale, con tavoli sociali e non, librerie realizzate con cassette della frutta e dove legno e ferro si rincorrono per dare vita advert un ambiente semplice, popolare, rilassante.


Portare il nome del quartiere stesso è una bella responsabilità che la pizzeria si è presa nel 2015. Un gruppo di giovani imprenditori crearono ciò che, nel tempo, è diventata la Pizzeria di Quartiere, un posto in cui la geolocalizzazione fa andata e ritorno tra Lazio, Roma e Pietralata. Qui, infatti, il km 0 non è solo una diceria: i prodotti sono davvero prevalentemente laziali.


“Sin dall’apertura – spiega Emiliano Rossi, uno dei soci – la ricerca dell’eccellenza agroalimentare, con un focus particolare sulla nostra regione, è stato il punto centrale di tutta la nostra proposta. Sapevamo perfettamente che strada percorrere e oggi dopo sette anni ne siamo ancora più consapevoli”.


Semplicità sì, ma mai senza ricerca, dunque, è il pensiero alla base di questo progetto. Una ricerca che si muove soprattutto nei confini regionali.


La pizza e quell’impasto “speciale”



Fiore all’occhiello di Pizzeria di Quartiere è senza dubbio la pizza. Cinque anni fa è arrivato l’attuale pizzaiolo Enrico Varani che ha improntato la sua thought di pizza sul biologico, partendo proprio dalle farine. Enrico, giovane curioso sperimentatore, è stato baciato dalla fortuna, quando advert affiancarlo è arrivato Franco Palermo, tra i più grandi panificatori, il quale ha messo a punto un impasto partendo da una attenta selezione delle farine. Per quattro mesi lui ed Enrico, hanno sperimentato various farine per poi decidere di lavorare con solo due aziende, il Molino Rosso e il Molino Paolo Mariani.


Per le pizze, si può scegliere tra due impasti, quello realizzato con un prefermento con kefir di capra, semi di lino, kamut, integrale macinata a pietra e farro, con una lievitazione di 36 ore. E poi il classico, con una lievitazione di 48 ore. Lo zampino di Franco Palermo c’è anche nel bun per gli hamburger, che viene cotto in un forno apposito e per tutta la linea dei pani, bruschette comprese.


Una pizza naturale


La pizza di Pietralata, dunque, vuole essere una pizza naturale, buona, sana. In menu la scelta è vasta: ci sono le classiche (che danno anche l’opportunità di scegliere l’impasto speciale), noi – advert esempio – abbiamo provato la “Dop – Speciale”, margherita con bufala. Un impasto particolare, più grezzo e leggero del normale (la scelta dell’impasto speciale, comporta un aumento del prezzo di 1,50 euro a pizza). Ci sono poi le “Pizze di Quartiere”, ossia delle proposte fantasiose di Enrico Varani. A volte sono delle rivisitazioni delle classiche, come la “Margherita daltonica”, advert esempio, altre invece sono delle pizze originali come la “Flamingo”, con fiordilatte, patate, mortadella al pistacchio, stracciatella di bufala, pepe rosa, che abbiamo assaggiato e approvato.


Tra i fritti in carta si trovano supplì, crocchetta di patate, mozzarella in carrozza, filetto di baccalà. Ed è vietato andarsene senza aver preso il dolce. Anche in questo caso tutto è fatto in casa: vi suggeriamo di provare il tiramisù che qui viene fatto con del pane al cioccolato, al posto dei savoiardi e il Choco Truffle (ganache al cioccolato fondente e biscotto alla mandorla).


Andiamo al conto


I prezzi delle pizze oscillano dai 7 euro della margherita classica (8,50 in versione speciale) ai 13 e 14 euro delle “pizze di quartiere”, tutte con ingredienti di alta qualità. Un supplì al telefono viene 2,50 euro, mentre il fritto più caro (chips in varie versioni e filetto di baccalà) viene 5 euro. Le bruschette vanno dai 3,50 ai 6 euro. Lo stesso vale per i dolci.


Una pizza sana in un ambiente informale. Un indirizzo da segnare per trascorrere piacevolmente le serate d’property.













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